Cosimo de Nitto - anno scolastico 2006-2007
Cosimo De Nitto - 17-07-2007
Occorre onestà intellettuale per capire che la questione scuola e la condizione degli insegnanti nel nostro paese sono venuti a coincidere per una serie di ragioni che qui sarebbe troppo lungo analizzare. E che non si può mettere mano all'una senza risolvere l'altra contestualmente, o quanto meno avviarsi a risolverla, imbroccando la strada giusta. Certo che se la classe dirigente del paese, non solo i politici e gli amministratori, ma anche i mezzi di comunicazione e gli intellettuali e giornalisti di grido che su di essi scrivono o dicono, o lo pensano senza dirlo, come fa Fini («Ma ci rendiamo conto che i nostri figli sono in mano ad un manipolo di frustrati che incitano all'eversione?»), allora non c'è scampo. Dobbiamo cedere al pessimismo e rassegnarci all'idea che in questo paese non ci sono le condizioni per un rilancio dello sviluppo economico e democratico a partire dalla scuola. Alla faccia della demagogia e dei proclami elettorali che ancora risuonano a destra e a manca.
Cosimo De Nitto - 13-04-2007
(o della quasi continuità con la Moratti)

A proposito delle nuove (?) Indicazioni Nazionali 2

Il secondo capitolo del documento è dedicato alla centralità della persona. Qui si riprende il Moratti-Bertagna-pensiero e lo si ripropone pari passo per 20 righe. Poi nelle altre 20 si parla di gruppo, socializzazione, classe.

Accortisi gli estensori della giustapposizione e timorosi che si indulga troppo alla importanza della "socializzazione", e che ci si contraddica con quanto affermato nelle prime 20 righe, recuperano in questo modo:

"La formazione di importanti legami di gruppo non contraddice la scelta di porre la persona al centro dell'azione educativa, ma è al contrario condizione indispensabile per lo sviluppo della personalità di ognuno".

Insomma, si potrebbe dedurre, l'essere sociale dell'uomo se si potesse si negherebbe del tutto (Moratti-Bertagna), ma non potendosi ignorare una dimensione così importante e fondamentale dell'essere umano che lo fa stare con gli altri e lo connota in tutti gli aspetti del suo esistere, allora la si limita ad "importanti legami di gruppo, importanti in quanto "condizione indispensabile per lo sviluppo della personalità di ognuno ".
Cosimo De Nitto - 12-04-2007
A proposito delle nuove (?) Indicazioni Nazionali - 1

Qualche iniziale considerazione

"...Oggi l'apprendimento scolastico è solo una delle tante esperienze di formazione che i bambini e gli adolescenti vivono e per acquisire competenze specifiche spesso non vi è bisogno dei contesti scolastici. Ma proprio per questo la scuola non può e non deve abdicare al compito di scoprire la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti"

Ormai questo pensiero sembra essere entrato definitivamente nell'immaginario scolastico degli estensori dei documenti ministeriali quando vogliono definire il quadro ed i contesti in cui si trova oggi ad operare la scuola. Da Berlinguer, alla Moratti, a Fioroni.

1) La scuola è solo una delle tante esperienze di formazione.
2) Compito della scuola è scoprire la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze (formative);
3) Finalità è ridurre la frammentazione e il carattere episodico (delle esperienze formative).

Ritorna sempre la storia della scuola come una delle tante "agenzie formative"! Mi domando: cui prodest far passare questa idea come verità di fatto scontata buona a far senso comune? Non dovrebbe convenire certo al Ministero della Pubblica Istruzione che invece, anche con enfasi ed orgoglio, deve affermare e rivendicare l'unicità ed insostituibilità della scuola pubblica nel raggiungimento di quei fini che, qui in modo ambiguo e confuso, poi in modo un po' più comprensibile, ma ugualmente generico, il documento richiama.
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